UN MODELLO DI LAVORO FLESSIBILE

Nello scenario di oggi ricorre ormai da tempo l’espressione “hybrid working”, ma in che misura questo fenomeno sta cambiando le esigenze delle aziende? Ne parliamo con Massimo Cucchi, Solution Architect di GCI System Integrator, che ritiene opportuno partire “dal concetto di hybrid working, ovvero un modello di lavoro flessibile che si può applicare in ufficio e da remoto: questa innovativa modalità di lavoro permette di aumentare la produttività e, al contempo, dà al lavoratore la possibilità di connettersi dove e quando vuole, potendo godere appieno del proprio tempo libero, bilanciando la sfera privata e quella lavorativa”.

Inoltre, prosegue Massimo Cucchi, “questa modalità porta un aumento della produttività, dato che il dipendente può decidere indipendentemente come suddividere la propria giornata di lavoro. La libertà della gestione del proprio tempo, oltre al fatto di potersi collegare da ovunque, comporta una diminuzione del nervosismo nei singoli lavoratori e una maggior calma durante la giornata lavorativa. Il tutto influisce non solo sulla propria produttività e sui compiti da portare a termine, ma anche sui colleghi presenti nello stesso ‘ecosistema’ lavorativo”.

Tuttavia, ci sono anche degli aspetti negativi, avverte Massimo Cucchi, spiegando che “uno dei principali problemi è l’isolamento e la perdita di comunicazione con l’ambiente lavorativo aziendale, che può essere affrontato dando ai dipendenti la possibilità di interfacciarsi tramite corretti strumenti di collaboration, garantendo, così, il raggiungimento degli obiettivi da parte dei team”.

Nel dettaglio, si distinguono differenti modelli di lavoro ibrido: “ibrido flessibile (Flexible), ibrido fisso (Fixed, ibrido Office-first e infine ibrido Remote-first”, esemplifica Massimo Cucchi, ricordando che “l’approccio al lavoro ibrido è iniziato durante la pandemia Covid. In realtà, molte aziende avevano già avviato questa transizione, ma per la maggior parte delle realtà italiane, in particolar modo piccole e medie imprese, vi è stata una spinta ‘obbligata’ verso l’adozione di questa modalità, attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici in grado di garantire continuità al business”.

Ma “oggigiorno è sempre maggiore il numero di aziende che sceglie di mantenere questa modalità di lavoro, grazie alla comprensione dei vantaggi che può portare al dipendente, garantendo normali interazioni tra colleghi, elemento fondamentale per mantenere una comunità aziendale”, prosegue Massimo Cucchi.

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